Gaia Tortora racconta l’arresto di papà Enzo, a quarant’anni di distanza, in un nuovo libro: Testa alta, e avanti.
Nella vita di Gaia Tortora c’è un prima e un dopo un tragico evento che ha cambiato completamente il corso della sua esistenza. Era l’alba del 17 giugno 1983 quando Enzo Tortora, conduttore di Portobello, personaggio televisivo amatissimo, venne prelevato arrestato, dando vita a un clamoroso caso di malagiustizia che lo costrinse a vivere, da innocente, 1185 giorni di prigionia, tra carcere e domiciliari. Un evento che toccò molto da vicino Gaia Tortora, giornalista affermata, conduttrice di Omnibus e vicedirettrice del telegiornale di La7, che ha voluto raccontare le sensazioni di quei giorni difficilissimi a quarant’anni di distanza in un nuovo libro: Testa alta, e avanti – In cerca di giustizia, storia della mia famiglia.
L’arresto di Enzo Tortora: il ricordo della figlia Gaia
Quarant’anni dopo, per Gaia è il momento di raccontare la verità. La sua verità. Perché quel giorno di giugno non ha cambiato solo la vita del padre, ma dell’intera famiglia Tortora, anche della sua, che all’epoca aveva 14 anni ed era attesa dall’esame di terza media. Andò a fare l’esame regolarmente, ignara di tutto, ma venne interrogata per prima e liquidata subito, per poi essere riportata immediatamente a casa dalla sorella. Un momento che non dimenticherà mai e che la insospettì.
Il racconto di quella giornata tremenda lo ha affidato, Gaia, alle pagine del suo libro, come anticipato in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni: “La mia prima reazione? Il mutismo: mi sono congelata. Quando ho visto papà con le manette al Tg2, non potevo credere che il mostro dipinto nel servizio, il camorrista e lo spacciatore, fosse lui. Nessuno di noi ha mai dubitato per un solo istante della sua innocenza, mai“.
Ad aiutarla in quei momenti tremendi fu un grande amico di famiglia, l’indimenticato Piero Angela, che con la sua presenza riuscì a tranquillizzarla, per quanto possibile. Ma quel giorno nella sua vita è stato come un’apocalisse, come rivelato dalla stessa giornalista: “Come se fosse scoppiata una bomba atomica. Dentro, fuori e intorno a me“.
Il dolore e l’insegnamento di papà Enzo
Un episodio del genere ha segnato per sempre la vita della famiglia Tortora, e le ha lasciato in eredità un dolore che a lungo l’ha sopraffatta. Per poterlo superare, o per poter imparare a conviverci, ha impiegato del tempo. Inizialmente ha provato a far finta di non sentirlo, si è anestetizzata, perché capiva che doveva stare bene, non doveva dare problemi alla famiglia, travolta da qualcosa di più grande di lei. “Poi è arrivata l’assoluzione di papà“, ha raccontato Gaia, aggiungendo: “Ma la solitudine è una voragine che non ti lascia mai. Perché un ‘dopo’ con papà non l’ho avuto: è morto troppo presto, alla stessa età di mia sorella, morta l’anno scorso (59 anni, ndr). Mi mancano tantissimo“.
Una scomparsa arrivata prima del tempo, sicuramente. Ma papà Enzo ha comunque fatto in tempo a insegnarle qualcosa di molto importante nella vita. Le ha insegnato a lavorare con scrupolo e con coscienza: “Anch’io, come lui, dico sempre ciò che penso a ogni costo, perché la libertà non ha prezzo“. La lezione più grande che probabilmente potesse mai impartirle.